Inizialmente pubblicato da Artillería inmanente, traduzione inglese su Ill Will
Il testo che segue è composto da impressioni, intuizioni e citazioni, molte delle quali estrapolate dal contesto, rubate, così come le immagini e le fotografie. Questa costellazione di frammenti cerca di delineare una politica del corpo-barricata [corpo-barricadas]1. Ciò che ci interessa qui è l’intra, che è allo stesso tempo unione e distanza, la sottile linea nera del trattino, perché è questo che mette in gioco corporalità e barricate. Essendo una serie di frammenti, non è necessario che ogni premessa segua l’altra; l’ordine non è logico, ma compositivo. L’enfasi è posta sull’unicità di ogni pezzo di testo, il modo in cui si collega agli altri, come si incastra in essi. Una serie di punti e linee: una costellazione. Come tutti i testi compositivi, il suo scopo non è quello di convincere, né è un dialogo. Piuttosto, si spera che questi frammenti sfidino la singolarità che li legge, e che le parole qui scritte diventino, in questo modo, singolari.
1. La politica è stata tradizionalmente intesa come quel terreno pubblico in cui si discutono le idee. Si vince politicamente, quando si vince discorsivamente. I politici vengono celebrati o respinti in base ai discorsi che fanno. Per noi, però, la politica non si gioca principalmente nel campo del discorso, ma sul terreno del territorio.
2. Le ragioni per fare la rivoluzione ci sono tutte. Non ne manca nessuna. […] Ci sono tutte le ragioni insieme, ma non sono le ragioni a fare le rivoluzioni, sono i corpi. E i corpi sono davanti agli schermi.2
3. Dove i corpi si incontrano. E noi incontriamo i corpi davanti agli schermi.
4. Un corpo è definito dal suo movimento, dalle relazioni di velocità, movimento e riposo tra le particelle.3
5. Un corpo è definito dalla sua capacità di essere influenzato da altri corpi.

6. E un corpo si oppone a un carro armato.
7. Definiamo la politica come l’attività di riunire e difendere i nostri amici e di disperdere e combattere i nostri nemici.
8. Lo spazio vuole essere infinito, neutro, cartesiano, reticolare. Un’operazione su una tabula rasa, una pagina bianca. Su questo foglio incontaminato si disegna una forma virtuale, che in seguito darà forma a un luogo quando vi si imporrà sopra. Le sue operazioni sono radicate nella misurazione: centimetri, pollici, metri. La sua temporalità è il futuro, un tempo di progresso.
9. Il territorio, invece, è situato, locale, specifico. Il territorio si occupa. È sempre popolato: un fiume, una montagna, un bambino che cammina. Tutto ciò che si posa su di esso sarà modellato dalla sua relazione con gli elementi che abitano il suo terreno. Non usa misurazioni, ma piuttosto forze. L’impronta di una rivolta che preme in avanti, creando un muro. Il suo tempo è l’ora dell’intensità.

10. Una rivolta, una rivoluzione, un incontro è un fenomeno territoriale. Il modo in cui elementi specifici si compongono in ogni dato territorio. Come diventano parte di esso. Le vicinanze e le distanze che si stabiliscono tra un corpo e l’altro. La loro unione. La posizione di un particolare corpo di fronte ad un altro. Un modo di impossessarsi di un altro, come ci componiamo con questo altro.
11. Una barricata è anche un fenomeno compositivo. È una relazione tra corpi diversi, un camion fumante, un mucchio di pietre, il cadavere di un cavallo, che cerca di insediarsi in un territorio specifico. È la forma che nasce tra la strada che si chiude, la roccia afferrata in mano, e un altro mondo che si apre.
12. I corpi, come le barricate, non sono mai soli; ognuno è costituito da molti altri corpi. Ogni corpo, come ogni barricata, è sia uno che molteplice.
13. Ogni processo politico è un processo di territorializzazione, una possibilità di formazione di barricate.
14. Una barricata è territoriale, non spaziale.
15. È una composizione di velocità e lentezze, una certa capacità di provocare affezioni e di essere affetti.4 Ciò che si muove e ciò che è mosso.
16. Come posso influenzare un altro?
17. Sono influenzato da ciò che potenzia il mio corpo, da ciò che è buono.
18. Il bene, dice Spinoza, è ciò che sappiamo essere utile per noi.
19. Il mio corpo non è mai uno solo. Il mio corpo è uno e molteplice.
20. La mia felicità si ritrova nella felicità degli altri, con gli altri; la mia dignità nella dignità di chi mi circonda, con chi mi circonda; essere libero nella libertà degli altri, essere libero con gli altri.
21. Un corpo-barricata è un accoppiamento differenziale di corpi in movimento che si sforzano di decomporre linee rigide di configurazione soggettiva.
22. La politica è un fenomeno di posizionamento. Vale a dire, di come ci posizioniamo di fronte a qualcosa.
23. La politica è una propensione ad affrontare il nemico, e quindi ad assumere il possibile rischio che questo comporta.
24. Non è solo la posizione che conta, ma anche la decisione di rimanere o ritirarsi da essa. È una decisione di esistere nel territorio.
25. Ecco perché ciò che ci situa politicamente non è come rispondiamo a un rapporto amico/nemico; è la posizione, non il discorso.
26. Una barricata non è necessariamente un’architettura difensiva. Una barricata ha lo scopo di ripensare il nostro modo di vivere. Una strada viene chiusa per riorganizzare il cibo e il riposo. Una città è chiusa per ricreare il gioco e la danza.
27. E bastava un solo corpo, che in realtà erano molti, per opporsi a un carro armato.

Fotografia di Regina López
28. Diverse donne si riuniscono. Un bidone della spazzatura viene trasformato in una piastra. C’è il fuoco, il calore, il cibo e il riposo. Questa anche è una barricata.
29. Una politica di corpi-barricata mira a una composizione gioiosa tra corpi, in un altro territorio, un territorio a venire, che proponga un modo diverso di abitare.
30. La politica tradizionale cerca di conservare forme geometriche rigidamente definite. Triangoli e linee marcate che corrono su e giù. Ordina i corpi secondo le loro funzioni. Questo corpo bruno va in questa posizione, tale e tale corpo sta sotto o sopra quest’altro.
31. La geometria dei corpi-barricata è diffusiva, i suoi punti si configurano attraverso relazioni amichevoli da conservare, secondo linee tracciate tra un corpo e l’altro. Per distanze, unioni e separazioni. Dalla capacità di essere influenzati da altri corpi.
32. I corpi di polizia sono organizzati. Scomporre il corpo organizzato.
33. La barricata non è ordinata, è la traccia di un’altra forma di organizzazione del mondo che sta prendendo piede.

34. Un corpo spinge, rompe le linee, disorganizza. Un corpo resiste.
35. La geometria di un braccio che si inarca per lanciare, di fronte ad una linea dritta, una linea di polizia, qualcosa che brucia, qualcosa che esplode.
36. La polizia si sforza di conformarsi a geometrie rigide e chiuse. La polizia circonda.

37. La città non si oppone alle velocità più basse, ai pedoni o alle biciclette. La bicicletta non si oppone all’automobile. Ciò che si erge in opposizione alla città è una velocità di maggiore intensità: la barricata.
38. Chiudere la strada, ma aprire la via. Chiudere la strada, ma aprire un altro mondo.
39. Una barricata non è un’architettura difensiva, ma un nuovo modo di vivere che si genera dal taglio di uno spazio: una barricata è il luogo dell’amicizia.
40. Sotto la città, il lago.5
41. Sotto la città, la terra.
Note:
1 Il termine spagnolo “corpo-barricadas” è un neologismo.
2 Il Comitato Invisibile, Ora (2017).
3 Gilles Deleuze, Spinoza: filosofia pratica (1988). Traduzione modificata.
4 Deleuze, Spinoza.
5 Riferimento al Lago de Texcoco, il lago su cui fu costruita la città indigena di Tenochtitlán, oggi Città del Messico.
Una risposta su “Verso una politica del corpo-barricata”
Great read thhanks
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